I grandi errori “fisici” di Avengers: Endgame

Avengers Endgame

Sono bastati pochi giorni ad Avengers: Endgame, l’ultimo film della saga dei Vendicatori, per sbancare i botteghini di tutto il mondo. Appena cinque quelli necessari a incassare 1 miliardo di dollari, un record che ne fa il film di maggior successo del 2019 e il sesto maggior incasso nella storia del cinema.

Tuttavia, non è tutto oro quello che luccica. E anche una pellicola di così grande successo non è esente da errori: alcuni dei quali sono piuttosto seri.

La trama del film

Endgame è il seguito di Avengers: Infinity War, di cui riprende la narrazione a partire dallo “schiocco” di Thanos, il malvagio Titano che nel 2018, sfruttando il potere delle sei “Gemme dell’Infinito”, ha sterminato metà delle forme viventi dell’universo.

Cinque anni dopo questi eventi, Scott Lang/Ant-Man, che durante questo periodo era rimasto bloccato nel “regno quantico”, riesce a sfuggirne scoprendo che per lui erano passate solo cinque ore. Il diverso scorrere del tempo apre la strada alla possibilità di tornare nel passato, cosicché gli Avengers possano riunire le Gemme dell’Infinito prima che ci riesca Thanos.

Malgrado varie peripezie e una pesante perdita, il successo della missione consente a Bruce Banner/Hulk di annullare lo schiocco di Thanos, riportando in vita coloro che erano stati dissolti.

Tuttavia, il Thanos del 2014 riesce a scoprire i piani dei Vendicatori, e piomba col suo intero esercito nel loro quartier generale (nel presente) per appropriarsi delle Gemme dell’Infinito, distruggere l’intero universo e crearne uno nuovo che sia cosciente solo di ciò che ha ricevuto, senza ricordare ciò che è stato perso.

Nel corso della battaglia che ne segue, il Titano riesce a impossessarsi delle Gemme, ma viene bloccato dall’intervento di Carol Danvers/Captain Marvel e dal sacrificio di Tony Stark/Iron-Man che, pur consapevole che un essere umano non può sopportare la potenza delle Gemme, opera lo schiocco per far dissolvere Thanos e il suo esercito.

Alla fine, per adempiere a una promessa, Steve Rogers/Captain America entra nel regno quantico per riportare le Gemme nel tempo in cui gli Avengers le avevano prese, ripristinando la linea cronologica originaria. Tuttavia, torna nel presente visibilmente invecchiato, spiegando ai suoi amici di essersi riunito alla ragazza che amava nel passato e di aver vissuto con lei una vita felice. Ormai anziano, Rogers non può più difendere il mondo, e rinuncia al ruolo di leader dei Vendicatori.

Gli errori di Endgame
Come accennato, la trama della pellicola è minata da (almeno) tre gravi “distrazioni” che ne compromettono l’intero svolgimento – e hanno delle serie ripercussioni perfino su alcuni dei film precedenti.
Anzitutto, non viene data alcuna spiegazione di come Ant-Man riesca a sfuggire al regno quantico. Il che è paradossale, se si pensa che entrambi i film che hanno per protagonista Scott Lang si basano sull’impossibilità di lasciare il mondo subatomico (salvo interventi esterni che, in ogni caso, in Endgame non occorrono).
E, dal momento che è Ant-Man a suggerire l’idea di tornare indietro nel tempo – e a fornirne una sorta di dimostrazione -, la lacuna sul suo ritorno nel mondo mesoscopico risulta piuttosto seria. Ma non la più seria.
Nella parte finale della pellicola, si assiste a uno scontro tra l’ormai redenta Nebula del presente e l’ancora perfida Nebula del passato. Poiché quest’ultima minaccia di uccidere la sorella Gamora, la Nebula del presente le spara.
Va da sé che si tratta della più elementare delle violazioni nei viaggi nel tempo: se Nebula uccide la se stessa del 2014, non può essere viva nel presente in cui spara alla sé del passato.

Ma non è neppure questo l’errore più grave – anche se ne è, in qualche modo, una sorta di antesignano.
Il finale del film si basa sul fatto che Thanos viaggia nel futuro per impossessarsi delle Gemme dell’Infinito, salvo essere sconfitto – ed eliminato – grazie soprattutto al coraggio di Iron-Man.
Questo però crea il maggiore dei paradossi. In base alla cronologia, infatti, è il Thanos del 2014 a venire ucciso (nel 2023), prima di poter effettuare lo schiocco che, nel 2018, elimina metà delle forme viventi nell’universo causando tutti gli eventi successivi.
Ma, se Thanos non effettua lo schiocco, non c’è motivo per cui, nel 2023, gli Avengers debbano tornare indietro nel tempo per cambiare eventi che, di fatto, non si sono mai verificati.
In pratica, questo errore non crea solamente un immenso paradosso nella trama di Endgame, ma addirittura annulla totalmente tutti gli eventi di Infinity War.

Di più, non è neanche possibile che Ant-Man resti prigioniero del regno quantico, dal momento che anche questo avvenimento è una conseguenza dello schiocco di Thanos (nel 2018): e, dunque, Scott Lang non può avere l’idea risolutiva del viaggio nel tempo – che del resto, come argomentato poc’anzi, non avrebbe alcun senso.
Insomma, l’ultima pellicola degli Avengers resta sicuramente un grande successo, soprattutto grazie ai colpi di scena del finale. Tuttavia, sarebbe forse bastata un po’ più di attenzione ai dettagli – neanche troppo marginali -, per rendere Endgame un film davvero memorabile.

 

Gotham tramonta, Batman sorge

Gotham ends

La scorsa settimana, con l’ultimo episodio dell’ultima stagione, si è conclusa una delle serie tv più iconiche degli ultimi anni. Si è conclusa con una puntata dai forti contenuti emotivi, simbolicamente intitolata The Beginning… Dopo cinque stagioni, infatti, non è ancora l’ora della fine: Gotham tramonta, sì, ma solo per permettere a Batman di sorgere.

È questa consapevolezza a rendere dolceamaro, per i sostenitori della serie come il sottoscritto, il distacco dai personaggi lungamente amati e odiati. E forse potrebbe essere di qualche conforto anche per quanti auspicavano da tempo la cancellazione della serie, imputandole la grave (e purtroppo innegabile) colpa di essersi presa troppe licenze rispetto all’originale.

In effetti, Gotham è stata una delle serie tv più controverse degli ultimi anni. Amata e odiata, osannata oppure criticata. Difficilmente, però, ha lasciato indifferenti.

Si potrebbe discutere a lungo sul successo ininterrotto di supereroi come Batman – di cosa rappresentano. Forse, soprattutto la nostra aspirazione a un mondo migliore.

In questo senso, Bruce Wayne è forse il più umano tra gli eroi – il più simile a noi comuni mortali. Il ragazzo orfano che, mosso dalla sete di giustizia, decide di lottare contro il male che affligge il suo mondo – senza avere alcun superpotere: non la capacità di eiettare ragnatele (come Spider-Man), non la possibilità di trasformarsi in un mostro verde iperforzuto (come Hulk) o la facoltà di manipolare la mente o la materia (come il professor X o Magneto).

Batman è armato solo del suo coraggio, e di un profondo senso di onestà e rettitudine. Certo, essere un miliardario aiuta a perseguire i propri obiettivi, ma è anche vero che Bruce Wayne potrebbe sprecare il suo denaro alla maniera di Soros o Bloomberg, di Gates o Gore. Invece, decide di investirlo nella possibilità di rendere davvero il mondo un posto migliore, opponendosi non solo alla criminalità “classica” (Pinguino e don Falcone), ma alla follia pura (Joker), alla genialità del male (l’Enigmista), alla forza dell’avidità (Bane), alla corruzione del bene (Due Facce).

Forse è proprio questa la chiave per capire come sia possibile che, dopo tanti anni, l’uomo pipistrello non abbia ancora cessato di sorprendere e affascinare.

Ed ecco perché non resteremo a lungo orfani dei nostri eroi. Perché questa non è la fine: è solo l’inizio.

Ben McKenzie – Jim Gordon

David Mazouz – Bruce Wayne

Sean Pertwee – Alfred Pennyworth

Camren Bicondova – Selina Kyle/Catwoman

Cameron Monaghan – Jerome e Jeremiah Valeska/Joker

Robin Lord Taylor – Oswald Cobblepot/Pinguino

Cory Michael Smith – Edward Nygma/Enigmista

Donal Logue – Harvey Bullock