Come va?

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Lorenzo de’ Medici: Magnificamente!

*Lorenzo de’ Medici, detto Lorenzo il Magnifico (1449-1492), è stato un politico, scrittore, poeta, umanista e mecenate italiano, signore de facto di Firenze a partire dal 1469. Figlio di Piero il Gottoso e nipote di Cosimo il Vecchio, Lorenzo nacque quando la famiglia Medici era all’apice del suo potere in quella che gli storici hanno definito criptosignoria, e ricevette un’accurata preparazione politica e un’importante educazione umanistica.

Nel dicembre 1469, Piero de’ Medici morì per un’emorragia cerebrale dovuta a complicazioni legate alla gotta, e Lorenzo, che pochi mesi prima aveva sposato Clarice Orsini, a soli vent’anni divenne, di fatto, il signore di Firenze assieme a suo fratello, il sedicenne Giuliano. Seguendo le orme del padre e del nonno, Lorenzo non accettò ufficialmente il potere, ma nella pratica lo accentrò nelle proprie mani, perseguendo una politica di rafforzamento delle istituzioni repubblicane in senso filo-mediceo; in politica estera, invece, Lorenzo si dedicò all’ampliamento territoriale della Repubblica fiorentina (con la conquista di Volterra), mentre al contempo arginava le ambizioni espansionistiche di Papa Sisto IV.

L’inasprimento dei rapporti diplomatici tra Firenze e lo Stato della Chiesa indusse il Pontefice a tessere contro i Medici una serie di intrighi, culminati nella Congiura dei Pazzi ordita dall’omonima famiglia di banchieri fiorentini. Il 26 aprile 1478, giorno di Pasqua, mentre ascoltavano la Messa a Santa Maria del Fiore, Lorenzo e Giuliano furono aggrediti al momento dell’Elevazione: Giuliano fu accoltellato a morte, mentre Lorenzo, seppur ferito, riuscì a rifugiarsi in sagrestia, per essere poi salvato dalla sollevazione del popolo fiorentino che, venuto a conoscenza dell’attentato sacrilego, si scagliò contro i congiurati. Nel giro di pochi giorni, i principali responsabili dell’aggressione – tra cui figurava l’arcivescovo di Pisa Francesco Salviati – vennero impiccati.

Sdegnato per l’esecuzione di un ecclesiastico, Sisto IV scomunicò Lorenzo e i maggiorenti della Repubblica e, dopo aver riunito attorno a sé una coalizione anti-medicea, dichiarò guerra a Firenze. A fine 1479, dopo mesi di lotte estenuanti, col consenso della Signoria Lorenzo lasciò in gran segreto Firenze per recarsi a Napoli, per trattare direttamente con Re Ferdinando I, alleato del Papa. Anche grazie alle pressioni della nuora Isabella Maria Sforza (la cui famiglia era storicamente vicina ai Medici), Ferdinando accondiscese alle richieste di Lorenzo e ritirò le sue truppe dalla Toscana. Il Magnifico poté quindi fare ritorno a Firenze, che lo acclamò come salvatore della patria: quando poi, nel 1480, Sisto IV, sempre più in difficoltà e minacciato anche a est dagli Ottomani, offrì la pace e sciolse Lorenzo dalla scomunica, il Magnifico divenne l’ago della bilancia dell’Italia.

A questo punto, Lorenzo si dedicò a espandere i confini della Repubblica, tanto con la diplomazia che con l’esercito, anche grazie al fatto che, dopo la morte di Sisto IV, il conclave del 1484 aveva eletto al Soglio Pontificio Innocenzo VIII, fautore di una politica filo-medicea. A tutto ciò, Lorenzo aggiunse l’attività di mecenate, che lo portò a sponsorizzare artisti del calibro di Leonardo da Vinci, Sandro Botticelli, Andrea del Verrocchio e un giovanissimo Michelangelo Buonarroti. Lo stesso Lorenzo, inoltre, fu un importante letterato, autore, tra l’altro, dei Canti carnascialeschi, di cui si ricordano versi celeberrimi quali “Quant’è bella giovinezza, / che si fugge tuttavia! / Chi vuol esser lieto, sia: / di doman non c’è certezza”.

Dalla metà degli anni Ottanta, la salute di Lorenzo cominciò a declinare a causa della tara ereditaria della gotta. Il Magnifico rimase poi fortemente turbato dagli attacchi del domenicano Girolamo Savonarola, che lo accusava di aver corrotto i costumi fiorentini con il suo paganesimo classicheggiante, e di aver soppresso le libertà repubblicane. Nella primavera del 1492, Lorenzo ebbe il tracollo definitivo, anche a causa di un’ulcera sottovalutata dai medici l’anno precedente. La cancrena dovuta a quest’ulcera portò Lorenzo il Magnifico alla morte a soli 43 anni. Quando lo seppe, Caterina Sforza, signora di Imola e contessa di Forlì, esclamò: “Natura non produrrà mai più un simile uomo!”

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