Dal punto di vista della comunicazione, è significativo il fatto che Trump abbia vinto nonostante l’opposizione dell’establishment (anche di quello repubblicano, in parte) e dei cosiddetti poteri forti: dai media (appunto) ai mercati finanziari, ai presunti artisti e intellettuali.
Dal momento che la stessa cosa sta avvenendo in Europa, sarebbe forse interessante capire se si tratta “solo” dell’allargamento a dismisura della forbice tra il popolo e i burattinai, oppure se quei fenomeni un tempo classificati sotto la categoria di “ago ipodermico” stiano piuttosto producendo una crisi di rigetto – o almeno il sospetto che, se tutti appoggiano lo stesso candidato, questo non sia la persona più adatta a rappresentare l’elettore medio.
Ieri pomeriggio, mentre gli esperti più autorevoli davano il 90% e oltre di possibilità di vittoria elettorale a Hillary Clinton, la quale doveva quindi avere dinnanzi a sé una passeggiata o poco più, scrivevo
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