Sempre più in alto

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Aggiustare una macchina per guidarla ancora

Cercare l’acqua mentre si spera nella pioggia

Sempre più in alto, sempre più in alto

Giù, sulla tela, lavorando tra un pasto e l’altro

Aspettare una possibilità di scegliere il tuo campo di arance

Sempre più in alto, sempre più in alto

Vedere una forma di perla, un diamante grezzo

Vedere un uccello che si libra sopra l’alluvione

È nel tuo sangue, è nel tuo sangue

Sotto la tempesta un ombrello sta dicendo

Sedere con il veleno manda via il dolore

Sempre più in alto, sempre più in alto

Dicendo

 

Lo otterremo lo otterremo insieme proprio ora

Lo otterremo insieme in qualche modo

Lo otterremo insieme e sbocceremo

Oh oh oh oh oh oh

Lo otterremo lo otterremo insieme lo so

Lo otterremo lo otterremo insieme e scorreremo

Lo otterremo lo otterremo insieme e andremo

Sempre più in alto, sempre più in alto

 

Sdraiato nel fango, aspirare alla luna

Cercare di svuotare l’oceano con un cucchiaio

Sempre più in alto, sempre più in alto

Perché le persone soffrono? Perché le persone si separano?

Perché le persone lottano? Perché le persone ti spezzano il cuore?

Ti spezzano il cuore

Sì voglio crescere, sì voglio sentire

Sì voglio sapere, mostrami come guarire

Guarire

Vedere la foresta in ogni seme

Angeli nel marmo che aspettano di essere liberati

Ho solo bisogno di amore… solo bisogno di amore

Quando le cose si mettono male

Dicendo

 

Lo otterremo lo otterremo insieme proprio ora

Lo otterremo insieme in qualche modo

Lo otterremo insieme e sbocceremo

Oh oh oh oh oh oh

Lo otterremo lo otterremo insieme lo so

Lo otterremo lo otterremo insieme e scorreremo

Lo otterremo lo otterremo insieme e andremo

 

E puoi chiederti che cos’è, o combattere per quello

Chiudere la tua mente o assumerti un rischio

Puoi dire “è mio” e stringere il pugno

O vedere ogni alba come un dono

 

Lo otterremo lo otterremo insieme proprio ora

Lo otterremo insieme in qualche modo

Lo otterremo insieme e lo sbocceremo

Oh oh oh oh oh oh

Lo otterremo lo otterremo insieme lo so

Lo otterremo lo otterremo insieme e scorreremo

Lo otterremo lo otterremo insieme e andremo

Sempre più in alto, sempre più in alto

 

Lo otterremo lo otterremo insieme proprio ora

Lo otterremo insieme in qualche modo

Lo otterremo insieme e lo sbocceremo

Oh oh oh oh oh oh

Lo otterremo lo otterremo insieme lo so

Lo otterremo lo otterremo insieme e scorreremo

Lo otterremo lo otterremo insieme e andremo

Sempre più in alto, sempre più in alto

 

Oh-oh oh, oh-oh oh, oh-oh oh

 

Aggiustare una macchina per guidarla ancora

Quando stai soffrendo

Quando pensi di averne avuto abbastanza

Non mollare mai

Non mollare mai

Il trionfo di Wawrinka è una speranza per il tennis

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Non per vantarmi, ma che Stan Wawrinka avrebbe vinto gli US Open lo avevo pronosticato fin da luglio, dal momento della sua prematura eliminazione dai Championships di Wimbledon.

Era quasi prevedibile, in fondo: da tre stagioni, infatti, Stan the Man ci ha abituati a giocare un torneo l’anno in stato di grazia – e mai lo stesso. Australian Open 2014, Roland Garros 2015, e ora il trionfo sul cemento di Flushing Meadows che gli fa pareggiare di nuovo il conto con uno dei Fab Four – Andy Murray -, e soprattutto lo porta a un solo Major dalla conquista del Career Grand Slam – quello che, per intenderci, Djokovic ha completato con la vittoria parigina dell’annata corrente.

Già, Djokovic. Il serbo dominatore di tutto ormai da un quinquennio, in questa seconda parte di stagione si è scoperto un po’ più umano. E’ vero che a NY ha avuto qualche acciacco, e che il fatto che i suoi avversari gli si siano ritirati (o scansati) davanti uno dopo l’altro non gli ha consentito l’abituale progressione nel ritmo che di solito lo porta a schiacciare avversari via via più consistenti.

Ma è anche vero che, negli ultimi quattro anni, l’unico giocatore in grado di battersela alla pari con Nole – e di infliggergli sconfitte davvero dolorose – è stato proprio Stan.

Ora, non mi va di tornare sui soliti ritornelli per cui Wawrinka avrebbe potuto dare una svolta alla sua carriera con largo anticipo e, se avesse avuto un’altra testa, chissà di quanti altri titoli avrebbe potuto fregiarsi. Non che non sia vero, ma non è questo il giorno delle recriminazioni.

Perché Wawrinka non è solamente un Campione, uno che si è scoperto grande solo quando l’inizio del declino di Federer gli ha permesso di uscire dall’ombra del Fenomeno basilese. Stan è, a mio avviso, il giocatore tecnicamente più forte dell’intero circuito (Re Roger escluso, ça va sans dire), e anche uno dei più belli da vedere, con quel misto di potenza ed eleganza e quel meraviglioso rovescio a una mano che andrebbe insegnato a ogni allievo delle scuole tennis.

Tra tanti scaricatori di porto con una racchetta in mano (stile giovane Novak nella pubblicità col violino), Stan the Man si erge per la sua apparente normalità, per la tenacia, la costanza, la dedizione con cui ha ribaltato ogni pronostico e scalato montagne che apparivano troppo impervie. E dà una speranza allo sport in generale, e in particolare a tutti quei cultori della purezza che non si rassegnano a vedere il tennis dominato dai moderni picconatori.

Fenomenologia di un disastro annunciato

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Diceva il grande Benedetto Croce che “il Governo degli onesti è un’utopia per imbecilli”, poiché un amministratore onesto ma incapace fa più danni di uno disonesto ma capace.

Per questo motivo, non occorreva certo la sfera di cristallo per capire che il tragico esperimento della giunta pentastellata capitolina si sarebbe risolto in un disastro: della città, oppure del movimento. E, dacché Roma è sopravvissuta a catastrofi appena appena peggiori della Raggi, l’esito era abbastanza scontato.

L’unico dubbio riguardava il come: e lì ci ha pensato l’assessore Muraro, cui non si rimprovera neanche tanto l’indagine in cui è coinvolta, quanto le pubbliche menzogne dispensate da lei e dai suoi compagni di merenda.

Alla fine, in effetti, il punto è solo questo: non si può menarla per anni con gli slogan dell’onestà, della trasparenza e della legalità, battendo giudizi dal sapore di una condanna preventiva verso chiunque non fosse allineato col pensiero giustizialista di Beppe&Gianroberto, e poi pensare di cavarsela con un “bisogna aspettare le carte” quando i guai con la legge sconfinano nel proprio giardino dorato.

A meno di non rischiare di svelare lo stesso volto dei tanto bistrattati partiti tradizionali. Perché, come si suol dire, c’è sempre un puro più puro che ti epura.

Poi c’è la questione del rattoppo che, come già insegnava il Vangelo, in certe circostanze non fa che peggiorare il danno. Qua di toppe ce ne sono addirittura due.

Anzitutto c’è il (nuovo) commissariamento del sindaco, cui è stato imposto di rinunciare ai suoi fedelissimi: un diktat doppiamente stupido, da un lato perché indebolisce ulteriormente il Campidoglio e lo stesso movimento, e dall’altro perché alcune delle motivazioni sono inconsistenti – per esempio, non è né un reato né qualcosa di moralmente esecrabile essere amico del fratello di un avvocato che ha difeso Berlusconi, Previti e Dell’Utri.

Ma c’è soprattutto la figura barbina fatta da Di Maio, il leader in pectore per le Politiche, che ha continuato a sostenere che il Direttorio grillino ignorasse l’indagine sulla Muraro finché non è stato sbugiardato dalla pubblicazione dell’e-mail con cui la Taverna lo avvertiva appunto dell’indagine in corso. La patetica scusa di non aver capito la comunicazione della collega dà solo adito alla battuta secondo cui l’incomprensione sarebbe dovuta al fatto che la lettera era scritta, per una volta, in un italiano decente.

Che c’era aria di tempesta, comunque, il M5S doveva averlo già capito, se è vero che da giorni lamentava presunte interferenze dei poteri forti nell’altrettanto presunta azione della giunta della Raggi.

Una mossa intelligente, perché svincola i pentastellati, almeno agli occhi dei loro elettori (i nuovi trinariciuti), dalla responsabilità di un fallimento annunciato; ma anche rischiosa, perché presuppone l’implicita ammissione dell’inevitabilità di un tale fallimento.

Diceva Benedetto Croce che, quando si va da un medico, non importa se questi voglia arricchirsi o se sia mosso da spirito umanitario – l’unica cosa che conta è che sia in grado di salvare il paziente.

La politica non si può lasciare nelle mani di un incompetente – sia pure onesto. Si spera che prima o poi lo capisca anche chi, secondo i dettami costituzionali, è ancora il detentore della sovranità in Italia.

Splendore eterno

Everglow

 

Dicono che le persone vanno e vengono
Ma questo diamante particolare era molto speciale
E tu puoi anche essertene andata
E il mondo può anche non saperlo
Ma io ti vedo ancora, celestiale…

Sei scappato come un leone
Sei rotolata via come una dea
Come un’aquila volavi in cerchio
In un porpora perfetto
Ma com’è possibile che le cose vadano avanti?
Com’è possibile che le auto non rallentino?
Quando sembra che il mio mondo stia finendo…
Quando dovrei, ma non riesco a lasciarti andare…

Ma quando ho freddo, freddo
E ho freddo, freddo
C’è una luce che mi dai
Quando sono nell’ombra
C’è una sensazione dentro di me, uno splendore eterno

Come fratelli di sangue
Sorelle al comando
E quella notte giurammo
Che saremmo stati amici fino alla morte
Ma i venti sono cambiati
E il modo in cui le acque scorrono
La vita è breve come la caduta della neve
E adesso mi mancherai, lo so

Ma quando ho freddo, freddo
Sale che rotolava nell’acqua
E so che sei con me
E mi mostrerai la via
E sei con me ovunque io vada
E mi dai questa sensazione
Questo splendore eterno

Cosa non darei per trattenere solo un momento…
Sì, vivo per questa sensazione… questo splendore eterno…

Perciò, se ami qualcuno
Dovresti farglielo sapere…
La luce che mi hai lasciato
Splenderà per sempre…